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venerdì 10 aprile 2015

Un elefante nella stanza - Susan Kreller



Recensione


 

Titolo: Un elefante nella stanza
Autore: Susan Kreller
Editore: Il Castoro
Anno di pubblicazione: 2014
Pagine: 187
ISBN: 8880338870



Da questo libro ho imparato che Elefante nella stanza  è un modo di dire inglese (Elephant in the room) che indica una verità che, per quanto banale e scontata possa essere, venga deliberatamente ignorata e minimizzata. 

Non poteva di certo optare per un titolo migliore la cara Susan per questo suo libro. La vicenda che coinvolge i fratelli Julia e Max è una scomoda verità, un terribile non-segreto che tutti, nella sonnolenta e noiosissima cittadina di provincia, cercano a tutti i costi di ignorare adottando la strategia dello struzzo: nascondere la testa nella sabbia. 

Proprio come l'elefante in salotto, impossibile non vederlo; eppure si sceglie di evitarlo.


Soltanto Masha, con i suoi tredici anni ed uno spiccato spirito di osservazione, quando si accorge dei brutti lividi che ricoprono i corpicini dei suoi nuovi piccoli amici, farà la differenza decidendo di aiutarli. E senza l'aiuto di nessuno Masha escogita un piano.

Lettura semplice e scorrevole ma che affronta con tanta delicatezza un tema molto difficile: la violenza sui minori. E' un libro per ragazzi che coinvolge e fa riflettere. E' possibile affrontare e sconfiggere la violenza?

"Devo dirti una cosa."
"Va bene. Racconta."
"Ho conosciuto due bambini al parco giochi. Credo che vengano picchiati."
"Credi o lo sai?"
"Ehm. Be', insomma. Sono pieni di lividi. E il bambino ha un taglio sulla fronte ed è tutto strano."
"Masha, devi stare attenta a queste cose. Potrebbero essersi fatti male in un altro modo."
"Ma io ho anche visto."
"Visto cosa?"
"Ho guardato dalla finestra e ho visto il padre di Max che lo spingeva. Max ha battuto la testa di brutto."
"Hmm. Sicura di averlo visto?"
"Sì."
"Masha, però è meglio che ne resti fuori. Se ne occuperanno i servizi sociali. Da sola non puoi farci niente."
"Ma come faranno quelli dei servizi sociali a sapere che se ne devono ocupare?"
"Glielo dirà qualcuno. Se lo vedi TU, anche altri lo capiranno. I vicini per esempio. O gli insegnanti. Il pediatra. A un certo punto qualcuno dirà qualcosa."
"A un certo punto? Nel frattempo Julia e Max saranno già morti."
"Che sciocchezza, Masha. Non si muore così in fretta."


Susan Kreller è nata in Germania nel 1977, ed è una scrittrice, giornalista e critica letteraria. E' anche traduttrice e autrice per ragazzi. Con Un elefante nella stanza, il suo romanzo d'esordio, si è conquistata la stima della critica e del pubblico in Germania.

Qual è stato l'elefante nella stanza a cui avete assistito? Ne avete fatto parte oppure avete cercato di non minimizzare la questione e avete alzato la vostra voce?
Ciao barattolini, a presto!!

martedì 7 aprile 2015

Abbiamo sempre vissuto nel castello - Shirley Jackson

Recensione


Titolo: Abbiamo sempre vissuto nel castello
Autore: Shirley Jackson
Casa Editrice: Adelphi
Anno di pubblicazione: 1962
Genere letterario: Fiction, fantastico

Era nella mia wishlist da un po' Abbiamo sempre vissuto nel castello, in coda da diversi mesi e finalmente ho colto l'occasione per leggerlo. Sarà forse per questo che sono rimasta un tantino delusa?
Mi aspettavo qualcosina di più.

Il romanzo è ambientato quasi totalmente nel castello dei Blackwood, ovvero nella dimora delle due sorelle Constance e Mary Katherine, rimaste orfane a causa di un tragico e spiacevole incidente avvenuto a tavola e che ha decimato l'intera famiglia, fatta eccezione per lo zio Julian, rimasto da allora invalido. 
Le due sorelle vivono rintanate in uno stato di idilliaca felicità e si cibano per lo più dell'amore che l'una nutre per l'altra. A loro resta un'estranea la vita mondana all'aria aperta e preferiscono difatti vivere tra le mura domestiche al riparo sopratutto dalle dita accusatorie dei vicini. (...il resto lo scoprirete voi)

Per quanto mi riguarda è il primo romanzo che leggo di Shirley Jackson, idolatrata anche da Stephen King nell'introduzione della sua Incendiaria: 
"A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce" 
Ho provato una certa empatia per Marricat, ovvero Mary Katherine, voce narrante; sicuramente più perspicace e avventurosa dell'ingenua sorella Constance, la cui mansione principale è quella di preparare i pasti e rassettare casa. I due personaggi sono molto caratterizzati e ben distinti e leggendo il romanzo si ha l'impressione di osservare davanti a sè le due sorelle.

Ho invece nutrito una enorme e fastidiossisima antipatia per l'autoritario cugino Charles, il quale, dopo aver ammaliato una delle due sorelle si stabilisce con forza in casa. 

La sua entrata nella storia è stata accompagnata dalla comparsa in me di una irrefrenabile voglia di prenderlo a calci chiudere il libro e continuare la lettura in un secondo momento.

Mi ha colpito lo stile, così particolare e raffinato. La storia mi è parsa delicata e inquietante allo stesso tempo, e forse è proprio questo il punto forte del romanzo e la grandezza di Shirley Jackson.

«Mi chiamo Mary Katherine Blackwood. Ho diciott'anni e abito con mia sorella Constance. Ho sempre pensato che con un pizzico di fortuna potevo nascere lupo mannaro, perché ho il medio e l'anulare della stessa lunghezza, ma mi sono dovuta accontentare. (...) Le mie passioni sono mia sorella Constance, Riccardo Cuor di Leone e l'Amanita phalloides, il fungo mortale. Gli altri membri della famiglia sono tutti morti.»
 




giovedì 19 febbraio 2015

The Giver - Lois Lowry

Ciao Barattolini!
Che si dice dalle vostre parti?

Ieri ho terminato "The Giver - Il donatore" di Lois Lowry. E' il primo primo capitolo della quadrilogia che è proseguita con La rivincita - Gathering Blue (2000), Il messaggero (2004) e Il figlio (2012).

Il libro è stato scritto nel 1993 e venne pubblicato per la prima volta in italiano nel 1995 col titolo Il mondo di Jonas.

Autore: Lois Lowry

Titolo: The Giver - Il donatore

Pagine: 256

Editore: Giunti (collana Y) 

 

Il  romanzo è ambientato in un futuro prossimo in una società organizzata, pacifica e nella quale non sono presenti le differenze individuali, il dolore, le guerre, i colori, i rischi, i piaceri e i sentimenti profondi. Ogni famiglia è pianificata come se fosse un assemblaggio di pezzi e tutti i bisogni sono soddisfatti equamente.
Gli abitanti della comunità vivono emozioni di plastica: già da bambini vengono manipolati e persuasi a conformarsi alla comunità in modo da portarli a “prendere decisioni” altrimenti aliene alla propria volontà.

Jonas è solo un adorabile bambino di dodici anni quando, nella "Cerimonia dei Dodici", gli viene assegnato il lavoro che svolgerà per il resto della vita. Nella Comunità in cui vive non è consentito il libero arbitrio: nessuno può decidere il proprio compagno di vita, la casa in cui abitare né il proprio lavoro.
Questa condizione viene chiamata uniformità. Persino il tempo atmosferico non cambia.

Jonas è destinato a diventare l’Accoglitore di memorie e a custodire le memorie dell’intera umanità ricevutegli dal Donatore. Sulle sue spalle vi è il carico di un pesante macigno: solo gli accoglitori di memorie conoscono il vero dolore così come la vera gioia.
Jonas scoprirà così che la strada verso la conoscenza è un cammino dal quale non si può fare ritorno.

Il libro può essere letto in poco tempo, visto il numero ridotto di pagine, ma risulta essere comunque molto intenso. L’unica pecca il finale esageratamente aperto. So benissimo che il romanzo fa parte di una quadrilogia, ma mi aspettavo un epilogo più definito.

Si tratta di un romanzo distopico molto breve, ma offre non pochi spunti di riflessione (che non voglio anticiparvi). In due parole: influente e provocatorio. Sarebbe bello se lo facessero leggere nelle scuole: lo stile di scrittura risulta essere molto fluido e naturale e per questo l’ho trovato molto adatto per i ragazzi un po’ più piccoli.

La trama, che ho ritenuto magnetica, scorre molto velocemente anche se avrei preferito maggiori approfondimenti, per esempio, dei personaggi.

 

Dicono del libro:

Un romanzo potente e provocatorio. New York Times  
La sua trama avvincente e i suoi incredibili personaggi resteranno a lungo nella memoria dei lettori. Publishers Weekly  
Una lettura coinvolgente, dove la perfezione, se è senza cuore, diventa un incubo. Corriere della Sera  
Un libro che rapisce il lettore e lo costringe a pensare. Il Messaggero


E voi, preferireste vivere in un luogo dove il dolore e la sofferenza non esistono, accettando nel contempo di non conoscere nemmeno la gioia vera oppure preferireste vivere in un mondo rischioso ed imprudente e conoscere tutte ma tutte le emozioni?

 [Dal libro è stato tratto l'omonimo film, a presto per il confronto!]

 

 


domenica 15 febbraio 2015

Il segreto del bosco - C. J. Daugherty (Night School)



Cari fedeli lettori, come state?
Io, sopraffatta dallo studio ma non riesco e non posso non ritagliare uno spazio del mio tempo per il mio amato angolino virtuale!
Cosi, ho deciso che oggi vi parlerò del primo libro della serie Nightschool di  C. J. Daugherty, Il segreto del bosco, che ho letto nel mese di Gennaio.

Il segreto del bosco. Night School: il prequelQuesta serie mi ha piacevolmente sorpresa: pensavo di ritrovarmi davanti ad un tipico romanzo fantasy, uno dei tanti young adult fatti con lo stampino i cui protagonisti sono degli adolescenti alle prese con personaggi dai denti aguzzi e sete di sangue… invece…

…Invece sono rimasta affascinata da Allie, la protagonista, e sebbene l’ambientazione non sia poi così originale – una scuola gotica anche se dispersa e sconosciuta da tutto il resto del mondo -  non sono riuscita a staccarmi dalle pagine del libro, che mi ha preso fin da subito.
Allie mi è piaciuta fin da subito, con il suo carattere ribelle e problematico. La sua vita inizialmente è a pezzi: va male a scuola e suo fratello maggiore, a cui è molto affezionata, è svanito nel nulla. I suoi genitori, per metterla in riga, decidono di iscriverla a un collegio per ragazzi difficili, la Cimmeria Academy. 

E’ proprio qui che l’avventura inizia: per Allie comincia una nuova vita basata su regole severissime; la Cimmeria, infatti, è una scuola decisamente sui generis dalla quale sono banditi cellulari, televisione, computer e ogni altra sorta di tecnologia. 

Non poche volte la Cimmeria mi ha ricordato l’amata Hogwarts!

Allie non farà fatica a stringere amicizie con alcuni degli studenti, per lo più di buona famiglia ma molto alla mano. Tra questi il misterioso Carter, che ho adorato fin da subito, il tipico ragazzo bello e tenebroso ma dalla pessima reputazione; Sylvain, un inquietante ragazzo francese a cui nessuno riesce a dire di no e la sbarazzina Jo, che diventerà molto presto la migliore amica di Allie.

Tutti i personaggi – che sono davvero numerosi -  sono descritti molto bene, ognuno distinto e con un carattere ben preciso. 

Dietro la Cimmeria, però, si nasconde molto di più: il collegio la notte si anima e apre le sue porte alla Night School, una società segreta le cui attività sono un mistero per molti studenti…
Ben presto si scopre che ognuno dei personaggi, nessuno escluso, mente per offuscare la propria vera identità e un personaggio che potrebbe sembrare fidato si dimostra uno dei peggiori antagonisti così come il più scortese si rivela uno dei personaggi più leali.


Sullo sfondo vi è anche una storia d’amore, un po’ prevedibile, ma resta da contorno lasciando sempre spazio agli altri accadimenti. Ebbene sì, neanche questo libro sfugge alla maledizione del triangolo!


Le descrizioni sono molto dettagliate e mi hanno teletrasportato subito tra le mura della Cimmeria riuscendo ad immaginare ogni stanza come se l’avessi davanti agli occhi.
Pagina dopo pagina la storia si fa sempre più intricata, tra misteri, segreti ed avvenimenti inquietanti.  
La trama è quindi avvincente, ricca di colpi di scena ed il ritmo è molto veloce; mentre lo leggevo mi dava la sensazione di vivere in prima persona quello che stavo leggendo.
La scrittura è fluida, naturale ed il romanzo si legge senza nessuna difficoltà.
Ve lo consiglio! 

 

Se ancora non sono riuscita a farvi inquadrare il romanzo, eccovi pronto il booktrailer!




martedì 3 febbraio 2015

Memorie di una geisha - Arthur Golden

| Numero di pagine: 571 | Formato: Paperback | Isbn-10: 8878188212 | Data di pubblicazione:  |


Trama:
Un romanzo, attentamente documentato, che conserva l'immediatezza e l'emozione di una storia vera. Che cosa significa essere una geisha lo apprendiamo così dalla voce di Sayuri che ci racconta la sua storia: l'infanzia, il rapimento, l'addestramento, la disciplina, tutte le vicende che, sullo sfondo del Giappone del '900, l'hanno condotta a diventare la geisha più famosa e ricercata.  



Questo è uno di quei romanzi indimenticabili che ti fanno viaggiare e percorrere mille miglia stando semplicemente accoccolati sul divano.
Prima di leggere questo libro non conoscevo molto sulla vita delle geishe e sulle tradizioni del Giappone agli inizi del '900 e, nonostante il libro fosse già molto famoso, ho cominciato questo romanzo alla cieca, volutamente, proprio perchè volevo lasciarmi trasportare da una storia che non conoscevo.

Pagina dopo pagina ho potuto appurare che il personaggio della geisha è ben lontano da tutti quei clichè stereotipati che si tendono a considerare, ovvero quello di una prostituta di un certo livello. Una geisha era molto di più. Le geishe erano prima di tutto delle artiste che popolavano le case del thè, dovevano saper suonare, danzare, cantare, conoscere le più severe regole del bon ton e tanto più erano capaci di intrattenere tanto più la loro compagnia era richiesta.
Arthur Golden mi ha fatto captare ogni sfumatura e tonalità che caratterizza questa cultura così lontana da quelle occidentali rapendomi con la sua straordinaria abilità di scrittura.
La lunghezza del libro non pesa affatto, anzi, leggendolo non lo si vorrebbe finire mai.
Uno dei miei libri preferiti, che leggerò sicuramente ancora una volta fra qualche tempo.
Assolutamente consigliato! Buona lettura!



domenica 1 febbraio 2015

Il tredicesimo dono - Joanne Huist Smith

Pagine: 166
Editore: Garzanti
ISBN: 978-8811688266
Anno: 2014
Trama:
"Mamma, abbiamo perso l'autobus." È la mattina di un freddo e grigio 13 dicembre, e Joanne viene svegliata improvvisamente dai suoi tre figli in tremendo ritardo per la scuola. Ancora non sanno che quel giorno la loro vita sta per cambiare per sempre. Mentre di corsa escono di casa qualcosa li blocca d'un tratto sulla porta: all'ingresso, con un grande fiocco, una splendida stella di Natale. Chi può averla portata lì? Il bigliettino che l'accompagna è firmato, misteriosamente, "I vostri cari amici". Mancano tredici giorni a Natale, e Joanne distrattamente passa oltre: è ancora recente il ricordo della morte di Rick, suo marito, e vorrebbe solo che queste feste passassero il prima possibile. Troppi i ricordi, troppo il dolore. Ma giorno dopo giorno altri regali continuano ad arrivare puntualmente, e mai nessun indizio su chi possa essere il benefattore. La diffidenza di Joanne diventa prima curiosità, poi stupore nel vedere i suoi figli riprendere a ridere, a giocare, a divertirsi insieme. Sembra quasi che stiano tornando a essere una vera famiglia. E il mattino di Natale, mentre li guarda finalmente felici scartare i loro regali sotto l'albero addobbato, Joanne scopre il più prezioso e magico dei doni. Quello di cui non vorrà mai più fare a meno, e il cui segreto ha scelto di condividere con i suoi lettori affinché questa storia vera non venga mai dimenticata. Perché non c'è dono più bello di quello di un gesto d'amore che scalda il cuore… 
 
Ho letto questo libro al termine del 2014, nelle fredde giornate dicembrine. Solitamente mi piace, quando arriva il periodo più magico dell'anno, perdermi in storie incantate e sognare ad occhi aperti.
Questo romanzo mi ha concesso la giusta occasione per farlo. E' un racconto sulla vita e sulla morte:
il dolore della perdita, il ricordo nostalgico e la rinascita della speranza si amalgamano per dar vita ad una storia tenera e delicata.
Joanne desidera ardentemente tornare a vivere quei giorni che ora sono tanto lontani, richiamare alla vita l'amore e la gioia portati via con la perdita di Rick ma non può: dovrà rialzarsi sulle sue gambe e camminare mettendo un piede dopo l'altro, giorno dopo giorno. I doni che puntuamente verranno posati da sconosciuti davanti alla porta di casa l'aiuteranno a realizzare che non è finita e che non dovrà sopravvivere ma Vivere, per il bene di se stessa e dei suoi bambini.
Sebbene non l'abbia trovato un romanzo particolarmente memorabile, credo che possa aprire il cuore alla speranza, la sua bellezza è racchiusa in due concetti: la veridicità degli eventi e il periodo in cui si svolge la storia.
La narrazione parte abbastanza lenta, ma con l'avanzare della lettura si prende confidenza e famiiarità con i personaggi.
E' una lettura davvero perfetta per l'arrivo del Natale.

       





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