martedì 7 aprile 2015

Abbiamo sempre vissuto nel castello - Shirley Jackson

Recensione


Titolo: Abbiamo sempre vissuto nel castello
Autore: Shirley Jackson
Casa Editrice: Adelphi
Anno di pubblicazione: 1962
Genere letterario: Fiction, fantastico

Era nella mia wishlist da un po' Abbiamo sempre vissuto nel castello, in coda da diversi mesi e finalmente ho colto l'occasione per leggerlo. Sarà forse per questo che sono rimasta un tantino delusa?
Mi aspettavo qualcosina di più.

Il romanzo è ambientato quasi totalmente nel castello dei Blackwood, ovvero nella dimora delle due sorelle Constance e Mary Katherine, rimaste orfane a causa di un tragico e spiacevole incidente avvenuto a tavola e che ha decimato l'intera famiglia, fatta eccezione per lo zio Julian, rimasto da allora invalido. 
Le due sorelle vivono rintanate in uno stato di idilliaca felicità e si cibano per lo più dell'amore che l'una nutre per l'altra. A loro resta un'estranea la vita mondana all'aria aperta e preferiscono difatti vivere tra le mura domestiche al riparo sopratutto dalle dita accusatorie dei vicini. (...il resto lo scoprirete voi)

Per quanto mi riguarda è il primo romanzo che leggo di Shirley Jackson, idolatrata anche da Stephen King nell'introduzione della sua Incendiaria: 
"A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce" 
Ho provato una certa empatia per Marricat, ovvero Mary Katherine, voce narrante; sicuramente più perspicace e avventurosa dell'ingenua sorella Constance, la cui mansione principale è quella di preparare i pasti e rassettare casa. I due personaggi sono molto caratterizzati e ben distinti e leggendo il romanzo si ha l'impressione di osservare davanti a sè le due sorelle.

Ho invece nutrito una enorme e fastidiossisima antipatia per l'autoritario cugino Charles, il quale, dopo aver ammaliato una delle due sorelle si stabilisce con forza in casa. 

La sua entrata nella storia è stata accompagnata dalla comparsa in me di una irrefrenabile voglia di prenderlo a calci chiudere il libro e continuare la lettura in un secondo momento.

Mi ha colpito lo stile, così particolare e raffinato. La storia mi è parsa delicata e inquietante allo stesso tempo, e forse è proprio questo il punto forte del romanzo e la grandezza di Shirley Jackson.

«Mi chiamo Mary Katherine Blackwood. Ho diciott'anni e abito con mia sorella Constance. Ho sempre pensato che con un pizzico di fortuna potevo nascere lupo mannaro, perché ho il medio e l'anulare della stessa lunghezza, ma mi sono dovuta accontentare. (...) Le mie passioni sono mia sorella Constance, Riccardo Cuor di Leone e l'Amanita phalloides, il fungo mortale. Gli altri membri della famiglia sono tutti morti.»
 




2 commenti:

  1. Ogni tanto torno a sbirciare da queste parti, ed è sempre un piacere!

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  2. Non vedo l'ora di leggerlo! Lo desideravo da molto e finalmente è mio!
    Non voglio rovinarmi la sorpresa, quindi passerò a leggere le tue opinioni quando lo avrò letto.

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