Ciao Barattolini!
Che si dice dalle vostre parti?
Ieri ho terminato "The Giver - Il donatore" di Lois Lowry. E' il primo primo capitolo della quadrilogia che è proseguita con La rivincita - Gathering Blue (2000), Il messaggero (2004) e Il figlio (2012).
Il libro è stato scritto nel 1993 e venne pubblicato per la prima volta in italiano nel 1995 col titolo Il mondo di Jonas.
Autore: Lois Lowry
Titolo: The Giver - Il donatore
Pagine: 256
Editore: Giunti (collana Y)
Il romanzo è ambientato in un futuro prossimo in una società
organizzata, pacifica e nella quale non sono presenti le differenze
individuali, il dolore, le guerre, i colori, i rischi, i piaceri e i sentimenti
profondi. Ogni famiglia è pianificata come se fosse un assemblaggio di pezzi e
tutti i bisogni sono soddisfatti equamente.
Gli abitanti della comunità vivono emozioni di plastica: già
da bambini vengono manipolati e
persuasi a conformarsi alla comunità in modo da portarli a “prendere decisioni”
altrimenti aliene alla propria volontà.
Jonas è solo un adorabile bambino di dodici anni quando,
nella "Cerimonia dei Dodici", gli viene assegnato il lavoro che
svolgerà per il resto della vita. Nella Comunità in cui vive non è consentito
il libero arbitrio: nessuno può decidere il proprio compagno di vita, la casa
in cui abitare né il proprio lavoro.
Questa condizione viene chiamata uniformità. Persino il tempo atmosferico non cambia.
Jonas è destinato a diventare l’Accoglitore di memorie e a custodire le memorie dell’intera
umanità ricevutegli dal Donatore.
Sulle sue spalle vi è il carico di un pesante macigno: solo gli accoglitori di
memorie conoscono il vero dolore così come la vera gioia.
Jonas scoprirà così che la strada verso la conoscenza è un
cammino dal quale non si può fare ritorno.
Il libro può essere letto in poco tempo, visto il numero
ridotto di pagine, ma risulta essere comunque molto intenso. L’unica pecca il finale esageratamente aperto. So benissimo
che il romanzo fa parte di una quadrilogia, ma mi aspettavo un epilogo più
definito.
Si tratta di un romanzo distopico molto breve, ma offre non
pochi spunti di riflessione (che non voglio anticiparvi). In due parole:
influente e provocatorio. Sarebbe bello se lo facessero leggere nelle scuole:
lo stile di scrittura risulta essere molto fluido e naturale e per questo l’ho
trovato molto adatto per i ragazzi un po’ più piccoli.
La trama, che ho ritenuto magnetica, scorre molto
velocemente anche se avrei preferito maggiori approfondimenti, per esempio, dei
personaggi.
Dicono del libro:
“Un romanzo potente e provocatorio. ”
New York Times
“La sua trama avvincente e i suoi incredibili personaggi resteranno a lungo nella memoria dei lettori. ”
Publishers Weekly
“Una lettura coinvolgente, dove la perfezione, se è senza cuore, diventa un incubo.”
Corriere della Sera
“Un libro che rapisce il lettore e lo costringe a pensare. ”
Il Messaggero
E voi, preferireste vivere in un luogo dove il dolore e la
sofferenza non esistono, accettando nel contempo di non conoscere nemmeno la
gioia vera oppure preferireste vivere in un mondo rischioso ed imprudente e
conoscere tutte ma tutte le emozioni?
La trama, che ho ritenuto magnetica, scorre molto
velocemente anche se avrei preferito maggiori approfondimenti, per esempio, dei
personaggi.
Dicono del libro:
“Un romanzo potente e provocatorio. ”
New York Times
“La sua trama avvincente e i suoi incredibili personaggi resteranno a lungo nella memoria dei lettori. ”
Publishers Weekly
“Una lettura coinvolgente, dove la perfezione, se è senza cuore, diventa un incubo.”
Corriere della Sera
“Un libro che rapisce il lettore e lo costringe a pensare. ”
Il Messaggero