Classificazione: Letteratura francese
Se il nome di una persona ne influenza il
destino, allora quello della piccola Plectrude non potrà che essere
straordinario. Nata in prigione da un'uxoricida, allevata dopo il
suicidio della madre da una zia che la preferisce alle sue stesse
figlie, sembra destinata a un futuro prodigioso. Misteriosa ed
enigmatica come una dea, bella come una principessa delle fiabe, sicura
come una creatura di intelligenza superiore, inizia la sua vita a passo
di danza, inconsapevolmente avvolta dall'ombra del suo passato tragico e
violento. Armata di una volontà di ferro, diventa una promettente
ballerina. Poi, la caduta. Un rovinoso incidente le impedisce per sempre
di danzare. Ma la vita ha in serbo altre sorprese per lei.
Cosa penso di questo libro?
Mi piace molto la Nothomb, ma questo libro-racconto non è sicuramente uno dei più belli.
Quando ho finito la lettura sono rimasta un po' perplessa dal finale: spettacolare ed inatteso sì, ma anche troppo affrettato e poco approfondito.
Anche in questo libro, come in Una forma di vita e in Igiene dell'assassino, si parla del rapporto conflittuale dei protagonisti con il cibo; ma al contrario di questi, non ci vengono fornite minuziose descrizioni sugli ingozzamenti dei protagonisti: in Dizionario dei nomi propri si affronta, infatti, la tematica dell'anoressia.
Le particolari circostanze che incorniciano la storia sono, come sempre, originali, inquietanti e trepidanti.
La mia valutazione: